La fognatura che non c'è

[ racconto   Massimiliano De Rose    31 marzo 2013

Comune di Lapoma, Provincia di Como, marzo 2013. Ufficio Tecnico. L'architetto Mazzolini agganciò il ricevitore.

"Questo non molla" disse serio guardando il suo collega e subalterno geometra Pelone "ormai mi chiama almeno una volta al giorno".

"Cosa dice?" domandò Pelone.

"E che dice? Dice che vuole essere pagato."

"Si, vabbè, ho capito. E poi?"

"E poi cosa?" chiese l'architetto.

"Ti ha minacciato?"

"Beh, non direttamente. Ma, scusa, a quando risalgono i primi colloqui?"

"2009."

"2009? Ma è passato così tanto tempo? Per la miseria! Ma c'è qualcosa di scritto?"

"No, nulla. Fortunatamente."

L'architetto guardò torvo il geometra Pelone. Era giovane, ed anche se pareva sicuro di se ed intraprendente, era molto inesperto. Mazzolini non era per niente contento che non ci fosse nulla di scritto. Troppe persone coinvolte. Troppi testimoni. L'Assessore, i cittadini di via Lario, un amministratore di condominio, il tecnico dell'azienda municipalizzata, il gestore del campo sportivo. Troppi. Senza "carta" la vicenda rischiava di ritorcerglisi contro.

"E perchè non c'è nulla di scritto?"

"L'Assessore non ha voluto. La vicenda la conosce anche lei, o no? Non voleva mettere nero su bianco nulla che avesse a che fare con la fognatura di via Lario. All'epoca abbiamo affidato quell'incarico di progettazione solo per mettere a tacere i residenti. Poi ci son state le elezioni ... "

"Si, lo so. L'assessore ha preso i voti di cui aveva bisogno e della fognatura di via Lario non se ne è più interessato. Ma tu lo sai che l'Assessore a questo qui" disse Mazzolini mentre puntava il dito sul telefono "l'ha mandato a parlare con i residenti e gli ha pure organizzato un appuntamento con un amministratore di condominio?"

Pelone fece spallucce. Ancora non riusciva a capire dove il suo Dirigente volesse arrivare. In ogni caso gli importava poco. In fin dei conti non era mica lui il Dirigente. Nei prossimi giorni avrebbe accuratamente evitato di rispondere al telefono. Prima o poi le acque si sarebbero calmate. O qualcuno avrebbe risolto il problema. L'architetto Mazzolini, dal canto suo, non poteva e non voleva accettare l'idea di fare questo tipo di figuracce. Anche se, a dire il vero, buona parte della responsabilità era sua. Al telefono, pochi minuti prima, era stato molto gentile e disponibile. Aveva assicurato l'interlocutore dicendo che avrebbe affrontato e risolto il problema. Era una settimana che lo diceva. In realtà l'unica sua preoccupazione era evitare guai. E responsabilità.

"Ma ci sono i soldi?" chiese l'architetto.

"In che senso?"

"Dico, riusciamo a racimolare sti quattro soldi? No, perchè son quattro soldi. Tutto questo casino per qualche mila euro!"

"Si, penso di riuscire. Il problema è che dobbiamo prendere un impegno di spesa ora, a distanza di quattro anni."

"Ho capito Pelone, ma dobbiamo farlo."

Il geometra esitava, per nulla contento di dover apporre la propria firma su una Determina che avrebbe impegnato del denaro per una consulenza di quattro anni prima. Proprio in un momento in cui, a causa della crisi e del patto si stabilità, ogni euro speso veniva attentamente valutato dal Dirigente del settore Finanziario. No, non lo avrebbe mai fatto.

"Pelone" disse Mazzolini "non vorrà metterceli di tasca sua, questi quattro soldi."

"Di tasca mia? E perchè mai?"

"Perchè? Perchè lei è il Responsabile del Procedimento. Perchè ci sono troppi testimoni. Sarebbe facile dimostrare, anche in assenza di un incarico, che il lavoro è stato fatto."

Il geometra Pelone continuava a non capire.

"In pratica" continuò affabile l'architetto Mazzolini "un giudice gli darebbe ragione. Non solo, ma imputerebbe al Responsabile del Procedimento i costi. C'è l'evidenza di un incarico verbale. E lei sarebbe accusato di non aver preso l'impegno finanziario e, pertanto, dovrebbe risarcire. Insomma, danno erariale o qualcosa del genere."

Evidentemente, le cose non stavano come pensava lui. Pelone dovette ammettere che il suo Dirigente aveva ragione. E se anche non era in grado di capire se avesse realmente ragione, poco importava. Di fronte all'eventualità di dover rimetterci di tasca propria, la Determina diventava urgente. Urgentissima. Nel giro di un'ora l'Ufficio Tecnico e quello Finanziario fecero quello che non erano riusciti a fare in quattro anni.

fine

 


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