La vecchia centrale idroelettrica

[ racconto ]     Massimiliano De Rose     5 aprile 2020

C’era una volta, in un ridente paesino delle alpi, una vecchia centrale idroelettrica caduta in disuso. L’impianto, per poter funzionare, era dotato di una enorme diga dietro la quale sorgeva un immenso bacino di accumulo per l’acqua. Il passare del tempo e l’incuria dell’uomo avevano fatto si che la struttura della diga cominciasse ad evidenziare segni di cedimento. In particolare, nella superficie liscia del cemento cominciarono a manifestarsi alcune crepe da cui, lentamente, iniziò a fluire l’acqua del bacino. Quando le crepe cominciarono a farsi via via più grandi, facendo passare sempre maggiori quantitativi di acqua, si cominciò a temere che la struttura potesse cedere di schianto, mettendo così a rischio gli abitanti del ridente paesino che sorgeva proprio a valle dell’impianto. Il custode della centrale, allora, si preoccupò molto e decise di chiedere consiglio sul da farsi a tre suoi amici, che credeva avrebbero potuto aiutarlo a prendere una decisione.
Il primo, un politico, gli disse: “Riparare una struttura inutilizzata sarebbe uno spreco di denaro, e non garantirebbe comunque che domani non si formino altre crepe. Inoltre, una volta che tu fossi intervenuto con la riparazione, chiunque potrebbe accusarti non solo di aver sprecato denaro ma anche di aver peggiorato la situazione. Non fare nulla. Lascia che l'acqua del bacino evapori per effetto del calore del sole.”
Il custode, non soddisfatto, si rivolse allora al secondo amico, un medico, che gli diede questi consigli.
“Devi assolutamente riparare le crepe per fare in modo che l’acqua non fuoriesca verso valle. Non solo, ma devi anche intervenire sul resto della struttura per far si che non ci siano i rischi di un cedimento che metta a repentaglio la vita degli abitanti del paese. Il sole non asciugherà mai l’acqua contenuta nel bacino, quindi devi fare in modo che questa rimanga per sempre confinata dov’è stata finora.”
Il custode, ancora una volta, non fu soddisfatto dalla risposta dell’amico.
Si rivolse quindi ad una terza persona, un ingegnere.
Questi disse: “Primo: devi accertare se il bacino è alimentato a monte da qualche sorgente. Se lo è, devi fare in modo di chiuderla. Secondo: devi cercare di riparare le crepe esistenti nel miglior modo possibile. Fatto questo dovrai monitorare l’insorgere di ulteriori crepe e ripararle tempestivamente. Terzo: realizza dei fori nella struttura della diga in modo da svuotare lentamente il bacino, convogliando le acque lungo tubazioni opportunamente create. Ricorda: l’acqua tende sempre ad andare verso valle e presto o tardi, che tu lo voglia o no, ci riuscirà. Quindi, anziché ostacolarne il cammino, fai in modo che viaggi dove possa fare meno danni possibile.”

fine

 

 


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